LIBRI MILITARI

La Storia senza filtri

“IO E IL TEMPO” (Luigi Capello)

Dopo un secolo di attesa, la VERITÀ!

Conoscere la Storia Militare: perché?

La storia delle diverse civiltà, quasi sempre, risulta scandita dalle date di battaglie decisive. L’ Arte della Guerra (un tempo era tale espressione ad essere impiegata) di un Popolo riflette in larga parte la sua forma mentis.

Lo studio della guerra costituisce una lente di ingrandimento concreta attraverso la quale poter osservare (chiaramente e in modo definito) i processi evolutivi della civiltà.

“Oggi si può applicare alle guerre di Giulio Cesare la dottrina di Clausewitz, ricavata specialmente dalle guerre napoleoniche. Ciò induce a proclamare eterne le leggi della guerra. Ma, a chi ben le osserva, esse sono le leggi della vita universale, come, ad esempio, il proporzionare i mezzi allo scopo e viceversa” (E. Caviglia, Diario 1925 – 1945, 9 maggio 1930, Roma: Gherardo Casini Editore, 1952).

Il Passato visto con gli occhi di allora

Per ottenere un quadro vivo circa fatti e situazioni occorre, per prima cosa, considerare l’ambiente, il modo di pensare proprio del tempo e, non ultimo, la personalità degli uomini coinvolti.

Tale ricostruzione del contesto rende possibile osservare – senza filtri – documenti ed avvenimenti grazie alla prospettiva privilegiata acquisita, capace di rivelare le dinamiche più nascoste.

Leggere diventa così una vera e propria immersione nel passato, visto con gli occhi di allora.

I colori originari della Storia

L’attuale attività di ricerca dell’Autore si concentra sulla pubblicazione di contenuti e testi dedicati principalmente alle figure degli Ufficiali della Grande Guerra.

Proposte da un’ angolazione inedita  (documentata allo stesso tempo in modo puntuale), tali figure possono essere comprese nell’espressione piena del loro spessore, ricco di luci e inevitabili ombre.

L’attività di ricerca condotta da Maria Luisa Suprani Querzoli può essere avvicinata, in ambito storico, al compito del restauratore di opere d’arte: riportare l’immagine ai suoi colori originari, sciogliendo – attraverso la ricostruzione dell’ambiente di cui le fonti sono espressione – le incrostazioni che ne impediscono la vista.